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La commissione europea avvia la procedura di infrazione contro l’italia per il dtt

Il 20 luglio scorso è stata avviata dalla Commissione Europea una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per le problematiche   emerse dall’attuazione della Legge Gasparri.
Come è noto, questa si occupa di disciplinare l’avvento della televisione digitale in Italia.
 
L’accusa principale mossa dalle autorità antitrust comunitarie è quella di  creare una cristallizzazione del mercato televisivo, favorendo e sostenendo il duopolio Mediaste-Rai, che governa la maggioranza delle frequenze nel digitale. Non a caso, il 46% degli impianti e delle frequenze per la trasmissione analogica è detenuto dalla RAI, il 36% è di Mediaset.
Per il digitale terrestre è quest’ultima a controllare il 41% di frequenze e impianti, contro il 12% della RAI. Si comprende come il maggior timore dell’UE è proprio quello di dover riaffrontare le difficoltà che hanno caratterizzato il mercato della tv analogica, nel quale i due “player” operano in regime.
La Legge in questione associa la possibilità di ottenere le frequenze per il DTT  soltanto alle emittenti che posseggono una rete analogica, impedendo  così l’accesso al mercato di nuovi operatori.

Il Governo non sembra essere colto di sorpresa dall’iniziativa europea: da tempo sostiene una riforma della Legge Gasparri ma afferma la necessità di maggior tempo per ovviare ai problemi di scarsa diffusione dei decoder, di copertura e, soprattutto, di blocco del mercato televisivo.
Il DTT, infatti, non prenderà piede prima del 2012.

La procedura in atto comporta che l’Italia, entro due mesi, chiarisca nei dettagli come intende rimediare alle norme che contravvengono le direttive comunitarie.


Autore: Monica Sansone


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