La Regione Umbria ha recentemente approvato la legge regionale: “Norme in materia di pluralismo informatico, sulla adozione e la diffusione del software a sorgente aperto e sulla portabilità dei documenti informatici nell’amministrazione regionale”.
Si tratta di una normativa specifica, adottata per la prima volta da una regione italiana (l’Umbria) che consente ai cittadini di accedere ai servizi e documenti della Pubblica Amministrazione senza dover ricorrere all’utilizzo del software proprietario.
La legge esordisce promuovendo il pluralismo informatico, sarà finalmente possibile scegliere liberamente la piattaforma sulla quale lavorare ed abbattere i monopoli che bloccano il mercato dell’informatica.
L’Amministrazione della Regione Umbria predilige e quindi incentiva la diffusione e lo sviluppo del software “a sorgente aperto”. Nel caso di ricorso a programmi proprietari si impegna a motivarne l’uso e a rendere disponibile “un formato dei documenti il più possibile prossimo a formati a sorgente aperto”.
L’utilizzo del software libero viene preferito anche nelle procedure interne che impongono il trattamento dei dati personali del cittadino.
Di non poco rilievo sono le disposizioni riguardanti gli incentivi e i programmi annuali volti alla realizzazione di progetti open source da parte di enti pubblici ed istituzioni scolastiche. La Regione, infatti, prevede forme di collaborazione per agevolare il recepimento della legge e del concetto stesso di “open source” nei programmi didattici dell’ordinamento scolastico.
A tal proposito, istituisce un Fondo per lo sviluppo del software open source.
Al fine di studiare, promuovere e diffondere le tecnologie conformi agli standard internazionali, sarà predisposto un apposito Centro di Competenza (CCOS) costituito da sviluppatori, associazioni professionali ed istituzioni pubbliche.
Nel giro di tre anni, l’Umbria dovrà attivarsi per adeguare le proprie strutture informatiche ed avviare programmi di formazione professionale.