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Patto di sanremo e sicurezza digitale

Il 2 marzo 2005 è stato sottoscritto dal Governo il patto sulle linee antipirateria, il cosiddetto Patto di Sanremo, proposto dal Ministro per le Tecnologie e le Innovazioni, Luigi Stanca.

Le linee guida contenute nel patto sono state elaborate sulla base dei risultati del lavoro svolto recentemente dalla Commissione per l'e-Content, presieduta da Paolo Vigevano.

Tra i firmatari, oltre ai Ministri dell'Innovazione tecnologica, delle Comunicazioni e dei Beni Culturali, con l'appoggio del Ministero degli Affari Esteri, delle Politiche Comunitarie, della Giustizia, dell'Istruzione e del Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio, ci sono state anche una cinquantina di aziende tra fornitori di connettività, titolari dei diritti, case di produzione e gestori delle piattaforme di distribuzione.

Questo accordo, primo in Europa, ha come fine quello di trovare un giusto equilibrio tra sviluppo dei contenuti digitali e tutela della proprietà intellettuale, incentivando la nascita di ambienti sicuri per la fruizione e lo scambio di informazioni digitali, favorendo la trasparenza dei prezzi e l'adozione di digital rights management anche a livello internazionale.

Il Patto di Sanremo nasce dal presupposto dei rappresentanti di non poter considerare Internet come una terra senza leggi, in cui ognuno può fare quel che vuole, “ma piuttosto un'area in cui tutte le iniziative ed anche le misure legislative devono essere a prova della Rete, tenendo conto delle sue peculiari caratteristiche tecnologiche e della necessità di far crescere la competitività del mercato”.

Tutte le parti in gioco, quindi, vengono invitate a mettersi d'accordo per trovare nuove vie alla fruizione dei contenuti digitali senza il danneggiamento che comporta la violazione del diritto d'autore.

In pratica la firma del patto comporta l'impegno all'informazione dell'utenza su cosa è legale fare e cosa non lo è ed alla promozione delle nuove tecnologie, nonché, da parte di tutti i provider, all'impiego di una serie di clausole nei contratti di fornitura dei servizi Internet.

Il patto spinge inoltre alla creazione di sistemi in cui i contenuti digitali vengano promossi e venduti in maniera facile per l'utenza e fruttifera per il mercato.

Molte perplessità ha suscitato la scarsa conoscenza delle reti “peer to peer” da parte delle istituzioni, assimilate ad altre metodologie usate dalle major per vendere legalmente i contenuti nel web.

A questo proposito sono state ipotizzate nuove normative sulla regolamentazione del P2P che, senza criminalizzarlo, lo rendano così flessibile da permettere alle nuove tecnologie la diffusione legale dei contenuti.

Altri dubbi sono sorti dall'analisi del provvedimento al punto 10, in cui i provider sono invitati a definire clausole di risoluzione o sospensione dei contratti la cui applicazione è subordinata all'accertata violazione del diritto d'autore.

Sostanzialmente chi utilizza la connessione Internet per scaricare file pirata potrebbe andare incontro ad una sospensione dell'abbonamento; nulla però viene detto in merito alla distinzione tra chi scarica file video o audio per uso personale e chi invece lo fa a fini di lucro.

Il Ministro Stanca, comunque, si è affrettato a precisare in un'intervista che il ragazzino che scarica file musicali dalla rete non verrà punito penalmente e quindi probabilmente non gli sarà bloccata la connessione.

Il Ministro Urbani, dal canto suo, in occasione della firma del nuovo codice di condotta ha comunicato una serie di modifiche al Decreto sui contenuti digitali emanato nel 2004, introducendo tre livelli di sanzioni penali ed amministrative che distinguono nettamente chi immette file nella rete a scopo di lucro, punibile con la reclusione da uno a quattro anni e con una multa tra 2000 e 15500 Euro, da chi immette in rete file altrui senza scopo di lucro, punibile con una multa da 50 a 2000 Euro più la confisca, da chi infine scarica semplicemente file dalla rete, al quale è applicabile una multa di 150 Euro più la confisca.

Sicuramente, pertanto, il patto Sanremo ed il Decreto Urbani, usati intelligentemente, sono gli strumenti normativi odierni adatti a combattere la pirateria ed a tutelare il diritto d'autore.

 

 


Autore: Romina Ridolfi


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