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I matrimoni 'misti' e la sottrazione dei minori
I MATRIMONI “MISTI” E LA SOTTRAZIONE DEI MINORI

“Roma sarà aperta all’Islam” recitava la profezia di Maometto e come dargli torto!
Negli ultimi anni, infatti, il nostro Paese è divenuto destinazione ideale per extracomunitari “di ogni dove”, tra i quali molti musulmani.
Ovviamente tale presenza ha dato luogo al proliferare di matrimoni “misti”, intesi come unioni coniugali tra individui appartenenti a differenti gruppi nazionali (o etnici).
Si stima che in Italia se ne celebrino almeno 27.000 all’anno ma, purtroppo, molti di essi non hanno vita facile, principalmente per due tipi di problemi:
- di ordine sociale, quali differenti concezioni del ruolo tra sessi, di educazione dei figli o di rapporti con le famiglie di origine;
- di ordine giuridico, ovvero problematiche di diritto internazionale privato la cui gravità si manifesta in particolar modo in occasione di un’eventuale separazione e di affidamento della prole.
La “rottura” del rapporto matrimoniale molto spesso culmina, infatti, con l’azione volontaria e unilaterale di uno dei due coniugi di “rapimento” del figlio per nasconderlo e tenerlo con sé in modo permanente. Tale fenomeno è qualificato come”sottrazione internazionale dei minori” e può perpetrarsi in uno dei modi seguenti:
A)- trasferimento del minore in uno Stato diverso da quello ove abitualmente vive senza il consenso dell’altro coniuge e in assenza di una decisione giudiziaria autorizzativa;
B)- trasferimento avvenuto a seguito di una decisione giudiziaria che aveva concesso l’affidamento del minore all’altro coniuge;
C)- trasferimento posto in essere in violazione sia della decisione sull’affidamento che di un provvedimento che espressamente negava la possibilità per il minore di lasciare il territorio nazionale.
Solo nel nostro Paese ogni anno vengono sottratti circa 50 bambini con conseguenti negative e gravi ripercussioni sul bambino sia riguardo alla perdita di una delle due figure genitoriali che al forzato abbandono del contesto socio-culturale nel quale era inserito.
Il conseguente scenario che si presenta lascia spazio ad un’opera di “violenza psicologica” del coniuge “rapitore” nei confronti del figlio, avente ad oggetto la demonizzazione dell’altro genitore.
Tale atteggiamento irresponsabile crea spesso nel minore la sindrome “PAS” (Parental alienation syndrom) intesa come stato di disprezzo e avversione che il minore prova nei confronti del genitore assente che rappresenta il “male”, perché non si cura di lui in nessun modo, a differenza, invece, dei quello presente che vede come il “bene”.
Di fronte alla grave portata delle azioni sopra descritte molti Stati si sono attivati con l’intenzione di armonizzare le diverse legislazioni in materia. Il frutto di tale cooperazione internazionale è rappresentato principalmente dalla CONVENZIONE DELL’AJA del 25 ottobre 1980 sugli “Aspetti civili della sottrazione internazionale dei minori” (ratificata e resa esecutiva dall’Italia con legge 15.1.1994, n. 64), alla quale hanno aderito 64 Paesi tra i quali tutti quelli Europei e Usa, Brasile e Ungheria, e il REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO D’EUROPA del 28 maggio 1998. Entrambi
hanno ritenuto illecita la sottrazione di minori attribuendo la competenza a prendere i provvedimenti del caso al Giudice del luogo di residenza abituale del minore, precisando che dopo sei mesi la competenza passa alla giurisdizione della eventuale nuova residenza del minore.
Tra le procedure che possono essere attivate per ottenere il rimpatrio del minore sottratto è utile menzionare:
- la denuncia penale contro l’autore della sottrazione;
- l'istanza di richiesta di rimpatrio presentata avanti l’Autorità Centrale presso il Dipartimento Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia.
In realtà, però, la normativa sopra richiamata non è spesso in grado di assolvere in maniera efficace alla propria funzione; ne è l’esempio il caso “Iman” (la bambina figlia di Iris Moneta e del siriano Khaled Ahmad che l’ha portata in Siria) salito agli onori della cronaca nello scorso mese di agosto.
Fortunatamente tale episodio ha avuto un lieto fine con il ritorno nel nostro Paese della piccola Iman grazie all’intervento di un noto esperto “ritrovatore di figli rubati” Bruno Poli, che ha fattivamente collaborato con il nostro Ministro degli Esteri Mirko Tremaglia.
Lo stesso Ministro, particolarmente sensibile ai problemi connessi al proprio mandato, ha dato un primo segnale innovativo in tema di matrimoni “misti”, annunciando un disegno di legge che attualizzi le problematiche di diritto di famiglia e dei patti internazionali, nonché la redazione di un documento informativo sui rischi e tutele delle coppie “miste”, indirizzato a tutti i Sindaci.

Autore: Alberto Foggia


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